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158 CAPITOLO VIII — § 47

che la velocità all0istante è quella funzione della , che è definita dalla

,


se un tale limite esiste.

γ) Se noi immaginiamo noto a priori il significato della frase:“velocità all'istante x”, possiamo usare un'altra forma di ragionamento, che ci servirà anzi come modello per altri problemi analoghi.

Se la velocità si mantenesse costante nell'intervallo , lo spazio percorso in tale intervallo di tempo sarebbe proprio uguale al prodotto della velocità per il tempo impiegato a percorrerlo. Ma può variare (se, come capita in pratica, è funzione continua) nel dato intervallo da n valore minimo ad un valore massimo . Lo spazio percorso sarà quindi compreso tra ed , che misurano rispettivamente gli spazi percorsi nel caso che la velocità abbia costantemente il valore minimo o il valore massimo 1. Quindi dove è un valore compreso tra ed , ossia il valore che assume in un certo punto (a noi generalmente ignoto) dell'intervallo . Dalla si trae:

,


donde, passando al limite per , e ricordando che tende a zero per , si ha appunto:

.


δ) In generale, se è una grandezza variabile col tempo , che è una funzione di , il limite precedente si chiama la velocit di variazione di . Così, se è la qualità di una certa sostanza che si è formata o si è decomposta in una certa reazione chimica, tale limite ha il nome di velocità di reazione. Se è la quantità di elettricità passata in un dato circuito all'istante , tale limite ha il nome di intensità di corrente.

  1. Che a velocità maggiore corrisponda spazio percorso maggiore è un postulato direttamente suggerito dalla intuizione.