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§. II.


Limiti della Numismatica antica.


Tutto il mercimonio facevasi in origine per via di concambj, stantechè si contraponea ciò che aveasi di superfluo, di qualunque genere ei si fosse, contro quello di cui si avea bisogno, e sovrabondava ad altrui; e perchè un tale concambio era soggetto a varie difficoltà, si devenne a un ritrovato, per cui col mezzo di segnali arbitrariamente scelti e sanzionati dal governo si potesse negoziare ogni specie di mercanzia. Fu a questo intento preferito sopra ogni altra materia il metallo, perchè esso oltre al noto valore intrinseco resiste più a lungo per la sua durezza, e riceve facilmente l’impronta che se gli vuol dare o per fusione, o per martello. Ecco d’onde venne il metallo monetato. Il vantaggio che ne derivò parve troppo plausibile per farne onore all’industria d’un mortale; talché se ne volle attribuir l’invenzione a Saturno, a Giano, e ad altre fittizie Divinità: fin’ora però non si saprebbe fissar l’epoca della monetazione, come non si può fissarla per tanti altri utili ritrovati. Quello che abbiamo di certo si è che fin’ai tempi d’Omero si praticava il concambio di merci con merci; il valore delle manifatture veniva regolato dietro ad un tale sistema. Un tripode di bronzo, per esempio, è presso di lui valutato dodici buoi, e quattro soltanto una femmina industriosa. di mano.

Le monete antichissime, delle quali si possa asserire con certezza l’età, sono unicamente quelle dei Re di Macedonia, de’ quali Alessandro I. e Archelao I. precedono di cinque secoli la venuta di G. C. Esiste per altro un gran numero di Monete Urbiche specialmente della Magna Grecia, e Sicilia, nelle cui impronte, e iscrizioni si hanno incontrastabili indizj di una provenienza assai più remota. Fra quelle si distingue la Moneta incusa di Sibari in argento (vedi Tav. 1. n. 1.), dall uno dei cui lati si vede un Bove in rilievo colla iscrizione al di sotto VM, e dall’altro vedesi lo stesso ma in incavo; la qual maniera di coniare era in uso ne’ remotissimi tempi della Magna Grecia. L’iscrizione VM denota quel secolo, in cui si scriveva M in luogo di Σ, e V in luogo di Υ, e di più l’uso originale degli Orientali di portare scrivendo la penna da destra a sinistra, poiché VM vale quanto ΣΥ, dalla quale sillaba iniziale vien accennata la famosa città di Sibari nella MagnaGre-