Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/31

Da Wikisource.

— 18 —


Colui perde gli servigi, che tosto crede d’avergli perduti.

Perde la grazia, e lo dono colui, che lungamente lo scalda nelle mani.

Graziosi1 sono gli benificii che stanno apparecchiati, e che si fanno incontro al ricevitore.

Negare la cosa a colui che dimanda suo danno, è beneficio.

Più grave è ad avere mal dato a’ rei per gli buoni, che venire meno a’ buoni per gli rei.

Follia è di temere quello che non sì può cessare.

Piccola cosa è la vita dell’uomo, ma grande è lo sbrigamento della vita.

Chi dispregia la vita, sicuro vede la mare turbare.

Lo tempo passa tosto, e lassa coloro che sono disiderosi di lui.

Non temere lo nome della morte, sì che quando verrà tu le possa uscire incontra.

Neuna tempesta grande puote lungamente durare, perchè quanto è più forte, tanto ha meno di tempo.

Agli lusingatori2 non dare orecchie: artefici sono da prendere i loro maggiori.

Neuna cosa è cosi mortale agli ingegni, come la lussuria.

Neuno priega altra volta colui, che forte disdice.

Colui che non impara, nulla dimentica.

Chi impara da ogni uomo,3^ sarà più savio degli uomini.

Chi serve a’ suoi desiderii, è sottomesso a dì di servaggio.

Più crudele è che morte, sempre temere la morte.

Di colui debba essere il danno, di cui è il pro.

Neuno è più certano che 'l testimonio del fanciullo, s’è venuto agl'anni che ’ntenda, e non a quelli che ’nfinga.

  1. Il cod. magliab. ha erratamente gravosi.
  2. Il T.P. Alli lusinghieri.
  3. Il T.P. d'ogni uomo.