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Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/38

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A pena si compiono1 con buono fine le cose che hanno rio cominciamento.

Molte cose da’ allo stolto: né grazie n’arai né merito.

Sieti maggior cara d’imparare che d’insegnare.

Lo ricco avaro non sofficente a sé, è povero.

teofrasto filosofo.

Mestieri fa d’amare gli amici provati, e gli non amati provare.

La vendetta del nimico hai perdata, se ti scuopri al nemico.

Lo nemico per sicurtà più grave s’inganna.

Le sentenzie degli amici sono cieche.

Corrompono gli buoni costami le scipidezze di male favellare.

In amistà né in fede non ricevera' l'uomo folle.

Non è di ragione quello che per paura non si priega, ma priegasi per cupidità.

Da schifare è la cupidità dell’avere, perché neuna cosa fa r animo più angoscioso, che amare ricchezze.

Guardati di non chinare l'orecchie a’ lusinghieri né agli viziatori, che ingannano leggiermente.

Ottima cosa è la mezzana nel vestire.

Nell'andare de’ l’uomo tenere ordinata regola, acciò che non si mostri fuori delle virtù.

Ne’ costumi la ventura non ha ragione.

Naturale vizio si è, che ciascuno disidera che gli altrui vizii siano ripresi, e non i suoi.

Lo principe che vuole sapere tutte le cose, mestieri è di perdonare a molti.

Il vantare è grande vizio, e non solamente ne cade

l'uomo in disdegno, ma in odio e in disgrazia alle genti.

  1. Il Ms. compino.