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Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/48

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Non vidi anche piggiore1 cosa sotto lo sole, che l'avere lo quale è guadagnalo in tormento del suo signore.

Colai ch’è argomentoso in tutte le su’ opere, starà dinanzi al Re, e non tra 1 minuto popolo.

Temperanza e fortezza mettono l’uomo nel sedio della giustizia.

L’oziosità ammaestra l'uomo di molto male.

Nell’anima malvagia non entra sapienza, e non abita nel corpo sottoposto a’ peccati.

Di’ poco e fa’ assai; di’ bene, perciò che ’l molto dire non è sanza peccato.

Guarda come parli, che in tale luogo entra la parola che non v’entra il coltello.

Le parole bene ordinale, sono fiatoni di mele, dolzore dell’anima, e sanità dell’ossa.

Egli è tempo di parlare, e tempo di tacere; tanto taci che le tue parole fiano udite.

La morte e la vita è nella lingua dell’uomo.

Chi non ha prudenza, distrugge lo suo tesoro.

Sapienza non sarà già trovata neUa terra di coloro che vivono dilettevolemente.

Più onorevole cosa è, che tu ti dogli di sete, che d’ebrezza.

Non guatare2 la mala femina, e non udire femina cantare, e chiudi le tue orecchie, e non ascoltar la lingua malvagia.

Ogni3 sapienza viene dal nostro Signore Iddio.

La mano del forte acquista ricchezze, e tutti i paurosi sono in povertà.

Non rispondere allo stolto, secondo la sua stoltizia; che non sia4 fatto a lui simigliante.

La mano del forte ha signorie, e la mano del vile

istà all’altrui mercè.

  1. Il T.P. peggiore.
  2. Il T.P. mirare.
  3. Il T.P. ogne, così molte altre volte.
  4. Il T.P. sii, e così altre volte.