diocre attività diano un prodotto giornaliero per ciascuno di pesi 230 di lignite verde commerciabile, che corrispondono a circa quintali 18. Essi sono serviti da un manuale colla carriuola che talvolta non basta, quando la distanza dei punti di attacco supera i sessanta metri, dovendosi in quel caso farlo rilevare a mezza via. Ventiquattro tagliatori che di solito lavorano nelle nostre cave oltre due puntellatori, uno dei quali esercita la sorveglianza sotterranea dei lavori, sono serviti da diciotto manuali colla carriuola, oltre due garzoni, l’uno per dare l’olio alle lucerne e l’altro per aprire la porta che serve a mantener più o meno vivo il giro d’aria nelle cave. Un uomo per pozzo attende ad attaccare e staccare i tinozzi della portata di circa due quintali di fossile. Altri quattro pure per pozzo attendono in turno, due a girare nella gran ruota a tamburo, e gli altri due a vuotare i tinozzi, a ripulire i massi, ed a sussidiar nel carico i carrettieri. Aggiungasi un falegname per predisporre le puntellazioni e mantenere le macchine, un magazziniere per l’impilamento e la custodia dei magazzeni del combustibile stagionato, un pesatore pei carri, ed un agente che attende alla direzione complessiva dei lavori, ai registri ed alla corrispondenza, e si avrà un complesso di sessantacinque persone, tutta gente adatta e robusta, due soli ragazzi essendo impiegati a leggieri lavori. Talvolta i tagliatori si aumentano a ventotto e si trattengono fino a mezzanotte, oppur si mutano a coppie dì e notte, quando nei mesi d’inverno maggior è il concorso; talvolta si limitano anche a soli otto nell’estate quando l’aria mefitica impedisce che si pratichino le gallerie sotterranee.
Assai semplice è il congegno che serve ad alzare i tinozzi dai pozzi (fig.
12), ed ho creduto di disegnarne una figura per l’applicazione che se ne può fare ad una infinità di casi, sia in riguardo alle varie proporzioni delle sue parti che in riguardo al sistema di unione de’ suoi pezzi, a cui si giunse a poco poco a forza di pratica. Esso consta di una gran ruota a tamburo del diametro interno di metri 5,00 e della larghezza pure interna di metri 1,10, entro cui camminano due uomini adatti ora in
una direzione ora in un’altra procurando col loro peso la potenza motrice. A questa ruota è unito un asse con testa quadra di metri 0,40 di lato, lungo metri 3,00, sorretto alle estremità da due perni di acciajo che basano sopra cuscinetti di ottone, in mezzo a cui per la tratta di metri 1,90 che corrisponde al foro del pozzo è assicurato un cilindro di legno del diametro di metri 0,75, sul quale passata dapprima per quattro o cinque giri la corda la si svolge da un capo mentre la si avvolge dall’altro abbassando un tinozzo e rialzandone un altro, e percorrendo così parte del
cilidro stesso a norma della profondità del pozzo e della grossezza della corda stessa. La corda poi è di canape delle fabbriche mantovane, del diametro di poco più di quattro centimetri, e consta di tre corde minori, ognuna delle quali è formata di circa novanta fili. La si immerge prima d’adoperarla nella sugna bollente, e la si ugne di tratto in tratto con del sego o del sapone.
La macchina a vapore che si sta surrogando a detti congegni ai due pozzi (fig. 14, 15) aperti nel 1851 è ad alta pressione con cilindro orizzontale del diametro di metri 0,23, e del corso di un mezzo metro senza espansione variabile, e rappresenta la forza di sei cavalli. Essa riceve il vapore di una caldaja semplice con un solo bollitore che si alimenta coi frantumi semi-stagionati della cava. In capo allo stantuffo che va e viene è direttamente applicata una manivella che serve a tramutare il moto da rettilineo in circolare, e la quale insiste in un albero robusto di ferro munito di un poderoso volante e portante una piccola ruota dentata. Questa trasmette il moto dimezzandone la velocità ad altra ruota dentata a doppio diametro, sul prolungamento del cui asse sono disposti due tamburi di legno di forma leggermente conica del diametro di metri 2,00 che servono per avvolgervi le corde scendenti alternativamente nei due pozzi. Da questi tamburi poi le corde stesse passano sopra grandi girelle di legno del diametro di metri 1,00, portate da cavallettoni di legno, donde cadono a perpendicolo nei pozzi; in modo che mentre un recipiente scende vuoto in un pozzo, un altro sale carico