Pagina:Lignite in Valgandino.djvu/5

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architetto ed agronomo 7
aque a coprire tutto il bacino a diversi metri d’altezza, mentre le spoglie vegetali ed animali, come più leggiere, venivano trasportate direttamente nel Serio, e si stese poscia sopra questo strato di ghiaja una crosta di conglomerato o pudinga legata con un glutine calcare-siliceo che ha qualche somiglianza col nostro ceppo forte o grossolano, quantunque assai più raro di ciottoli, la quale crosta rapprese, sto per dire, tutta la superficie del bacino, e coverse sotto la sua scorza i grandi fenomeni or ora narrati alla profondità dai trenta ai cinquanta metri. Il Serio intanto corrodendosi dopo il Ponte di Nossa un più facile e natural corso alle sue piene, abbandonando questa via di sfogo secondario, avrà preso definitivamente l’attuale suo corso, mentre un ulteriore progressivo abbassamento dell’emissario della Romna, ha determinate per corrosione le linee e gli avvallamenti dei torrenti e dei rigagnoli attuali, i quali rotta la crosta superiore di pudinga, ed asportati i banchi inferiori di ghiaja, presero a scorrere fra i depositi superiori argillosi, e in qualche parte fin sul dorso degli strati più superficiali del lignite. La pressione dell’enorme peso sovraincumbente, e l’interno calorico delle materie sviluppando una lenta fermentazione produssero col correr dei secoli la naturale carbonizzazione dell’impasto che ora si escava nella forma di ammasso uniforme semi-carbonizzato. La prima volta che l’uomo pose piede in questa romita valle trovò le cose già portate quasi a questo punto, e fecondò del suo sudore lo strato di terra, che a poco a poco si sovrappose ancora alla crosta di pudinga, riducendo a terriccio i posteriori depositi già pingui per la vegetazione che naturalmente vi avrà allignato. Grande, sorprendente è il fenomeno; ma quando non supponiamo limiti di tempo, niente di più semplice e naturale. Ciò spiega, e la potenza degli strati lignei, e la interruzione dei letti argillosi e sabbiosi, e le loro disposizioni che assecondano le concavità e le irregolarità della valle, e la loro nettezza d’ogni pietruzza benchè piccola e leggiera, e la diversa maturanza dei letti, sicchè i superiori conservino tuttora la forma del legno e le impronte delle
foglie e l’immagine dei frutti, tali da poterne argomentare la famiglia e fin anche le specie.

Sgraziatamente quei depositi non si estendono a tutto il bacino, ma si limitano alla parte centrale, ad una certa distanza dalle radici dei monti circoscriventi; cosicchè la parte utile a dedurne da quel poco finora esplorato che sta presso il lembo di ponente, verso lo sbocco della Romna nel Serio, si limita a poco più di un chilometro e mezzo, dal quale è a dedursi la superficie occupata dal grosso paese di Leffe, e di alquanti cascinali e dipendenze sotto i quali non si possono estendere le escavazioni. Molti banchi di lignite (fig. 2) distinguonsi in questi depositi più o meno formati e concotti, più o meno puri di sabbie ed argille, separati fra di loro da strati più o meno alti di marne nere imbevute di carbonio, i quali costituiscono assieme una potenza ragguardevolissima, che varia dai metri undici nella parte che più si approssima al centro del bacino finora tentato, fino ai metri quattro alle ugne dei monti del circondario dove disperdonsi cacciando i lembi sin quasi a fior di terra. Di questi banchi ne ho contati fin dieci. Uno strato di argilla talvolta candidissimo, e talvolta di color cinericcio molto compatto, ma poco tenace, e zeppo di piccole conchigliette univalvi e bivalvi calcinate d’aqua dolce, li precede. Seguitano d’ordinario alternando due piccoli banchi torbosi della potenza di circa mezzo metro non ancora carbonizzati interamente, e nei quali è facile distinguere la forma delle foglie e delle piccole radici, con un interposto letto di argilla nera. Indi vi succede un letto legnoso di altrettanta grossezza, e talvolta maggiore, che giunge fino ad un metro, nel quale tuttavia distinguonsi le fibre dei legni colle loro ramificazioni tuttavia bianche o rossiccie, benchè schiacciate e compresse pel grave peso superiore, e senza quel nervo che conserva il tiglio del legno in istato sano. Tronchi grossissimi vi si scopersero del diametro di oltre un metro, e delle tinte più brillanti che si possono ideare, sicchè intelajati con un contorno di altri legni più robusti, potrebbero servire ad eleganti coperti di tavole, od a specchiature di armadj, giacchè prendono