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10 giornale dell’ingegnere
dello strato fossile se ne presenta la possibilità. Ambedue i mezzi furono da noi tentati. Ma se il secondo presenta i vantaggi di un più facile accesso, di un più libero giro di aria interna, e per conseguenza di un men costoso trasporto di materiale e di una non interrotta lavorazione, presenta d’altronde gli inconvenienti della poca profondità, e per conseguenza del facile scrollamento della superiore crosta e della penetrazione d’aqua; e risultando necessariamente in vicinanza ai confini del banco dove esso riesce meno potente da un prodotto e meno puro ed assai più scarso. L’esperienza quindi ne ha persuasi della prevalenza del partito dei pozzi. Il primo che abbiamo tentato in capo al gran piazzale, intorno al quale piantammo i fabbricati del nostro stabilimento (fig. 3), è quello di cui feci cenno più sopra. Dopo metri 3,20 di ghiaja sciolta scoverse addirittura l’argilla conchiglifera, ed indi i diversi strati di carbone sino alla profondità di metri 11,30. Perchè fosse abbastanza capace da permettere il passo di due tinozzi, lasciando una spazio sufficiente per lo svolgimento delle corde sull’asse, fu tenuto della sezione rettangolare di metri 2,50 per metri 3,00, e per poter sostenere le ghiaje dello strato superiore venne foderato per l’altezza di metri 4,50, con un robusto assito. Il prolungamento della canna tentato per assaggio, servir doveva per deposito delle aque che potevano stillare nelle gallerie o nel pozzo stesso, e fu coperto con impalcatura mobile per poterlo all’occorrenza vuotare, od almeno attingervi le aque superflue nel caso di bisogno col mezzo di secchioni. Dapprima era mio pensiero di applicarvi una piccola macchina a vapore da alimentarsi coi frantumi del nostro combustibile per l’estrazione del fossile ed all’occorrenza anche dell’aqua, e per l’immissione dell’aria ossigenata e l’aspirazione contemporanea dell’azotata e dell’acido carbonico che si forma in quelle escavazioni nella stagione estiva. Ma visto che la relativa spesa, tanto di primo impianto, quanto di successivo andamento, non poteva riescire ne’ primi tempi in relazione allo smercio, cui ben conoscevamo non potersi aprire ad un tratto in una grandiosa scala, ma che
sarebbe venuto crescendo a poco a poco coll’abituarsi degli industriali al nuovo combustibile, ne sospesimo a miglior epoca l’attuazione, e ci appigliammo al sistema semplice già usato in luogo, che è quello della ruota a tamburo con un grand’asse collocato direttamente sul mezzo della bocca del pozzo sul quale si avvolge la fune a cui si appendono i due tinozzi in modo che quando l’uno ascende pieno l’altro si cala vuoto.

Attivato questo pozzo in sul principio dell’autunno del 1844 e copertolo con una provvisoria tettoja, fu prima operazione il penetrare nello strato dal lato verso il quale esso inclinava accennando al centro del bacino, e dirigendosi verso il paese di Leffe col mezzo di una galleria che nominammo maestra o principale. La quale onde fosse capace a dar passaggio a due carriuole ad un tempo, e presentasse assieme la massima solidità, si ricavò di forma a capanna e della sezione di metri 2,50 al piede, e di metri 1,80 in sommità nell’altezza totale di metri 3, che tanta era la potenza del banco rispettando gli strati minori di coperta e qualche piccolo strato imperfetto di suolo; i primi per rafforzare possibilmente il tetto, i secondi onde impedire il gemitio dell’aqua che vien dall’argilla conchiglifera sottoposta. Ricavata la galleria nella pasta del lignite, non diede per alcun tempo segno di deterioramento, sicchè non occorsero sulle prime puntellazioni di sorta, e m’era nata lusinga di poter realizzare ii progetto di servirmi di quel solo pozzo per parecchi anni avvenire, protraendo la galleria maestra per tre o quattro centinaja di metri, staccandovi ad ogni dieci metri delle gallerie minori trasversali, procurandovi la necessaria corrente d’aria per mezzo di pozzi minori da sforarsi ad ogni tratto di circa 100 metri, e facendo scorrere il materiale sotterraneamente sopra ruotaje di legno o di ferro. Ciò richiedeva naturalmente che si spingesse la strada maestra addirittura alla massima possibile distanza per lavorare poscia come si dice in ritirata, spogliando possibilmente la parte che veniva abbandonata, e dove più non occorreva ritornare. Ma le domande del fossile furono fin dal principio così vive per il ribassato prezzo al quale si pose in commercio, che