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argomentar l’esistenza nel perimetro della Liguria attuale risale all’èra paleozoica o precisamente al declinare di quel periodo detto carbonifero dalla copia dì litantrace acclusa nei terreni che vi si riferiscono.
A settentrione di Savona, nei pressi di Calizzano, Osiglia, Mallare, si trovano, fra scisti talcosi e cloritici ed arenarie, potenti strati carboniosi, i quali provengono verosimilmente da detriti di vegetali terrestri, travolti da acque correnti e depositati in un estuario.
Orbene, se tale è l’origine loro, come altrove in analoghe condizioni risulta da prove irrefragabili, essi non occupano già il posto di antiche terre emerse, ma, insieme ad altri dello stesso genere, ne seguono per così dire la periferia. Nel caso nostro, la distribuzione loro accenna al confine meridionale e occidentale di un continente sviluppato a settentrione e ad ovest, il quale si estendeva forse fino alla valle della Stura (di Cuneo), alla Savoia, al Delfinato e alla Valle d’Aosta.
Il combustibile delle località precitate è antracite, è un carbone in cui, per effetto di profonde alterazioni meccaniche e chimiche, scomparve ogni traccia di struttura organica; inoltre, le roccie che lo accludono non presentano, come altrove, impronte vegetali. Laonde non è possibile riconoscere di quali foggie di piante fosse costituito.
Ma, da un lato, il mio riverito maestro prof. Meneghini a Jano, in Toscana, dall’altro, il collega Baretti al Piccolo S. Bernardo, nella valle d’Aosta, raccolsero tra gli scisti ad antracite impronte di felci ed equisetacee schiettamente carbonifere1, piante
- ↑ Le specie di Jano spettano ai generi: Pecopteris, Necropteris, Odontopteris, Annularia, Calamltes; quelle del Pic-