Pagina:Liguria preistorica.djvu/37

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ruminanti di montagna, che l'ippopotamo accusa la vicinanza di corsi d’acqua, laghi o paludi.

La mobilità dei tipi organici nella serie dei tempi (mobilità che niuno omai potrebbe revocare in dubbio), non solo non fa ostacolo all'applicazione del criterio paleontologico alla cronologia dei depositi delle caverne, ma, sotto un certo rispetto, è anzi un vantaggio, perchè ne accresce la squisitezza. Infatti, scelte certe forme tipiche come termini di confronto, le variazioni che esse subiscono in una data località sono, direi quasi, proporzionali ai tempi trascorsi. Si osserva, per esempio, che l′Ursus spelæus dei giacimenti più antichi differisce da quello dei depositi posteriori per la mole gigantesca, per la robustezza maggiore delle ossa, perchè il suo cranio ha le gobbe frontali assai prominenti, perchè i suoi denti offrono una configurazione più complicata. Orbene, certi Ursus spelæus presentano caratteri di transizione fra quelli delle due varietà summentovate e sono più recenti della prima e più antichi della seconda.

Similmente i leoni, i leopardi, i lupi quaternari sono più voluminosi e robusti dei recenti e degli attuali.

I mutamenti verificatisi nella fauna europea durante il periodo quaternario sono subordinati a quanto pare alle vicende climatologiche subite in quel volger di tempi dal paese. In tesi generale si produssero fasi di minor trasparenza nell’atmosfera, per densità e frequenza di nebbie e nubi, con copiosa precipitazione acquea, accrescimento di campi nevosi e ghiacciaie, e con ingente refrigerazione, fasi tra le quali intercedevano momenti caldi ed asciutti.

Una prima espansione glaciale poco spiccata si manifesta fra noi appena terminato il pliocene: la più importante si svolge alla fine dell'infraquaternario; la terza durante il quaternario superiore e coincide collo svilupparsi della fauna vertebrata artica nell’Europa media e meridio-