Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/49

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mi ritrovo assolutamente isolato, e la mia scoperta, che nessuno ha finora dalla geologia de' due luoghi dedotta, diventa, perciò, quanto curiosa e nuova, altrettanto singolare e solidamente stabilita. In fisica, ripeto, non basta dire le cose, bisogna provarle.

Ritorno ora al mio assunto.

Siccome, dunque, fin dal principio della presente vi dicea, sospettai il sotterramento, d'Ercolano per opera delle alluvioni, tosto che vidi Pompei.

Questo mio sospetto, intanto, tirato dall'analogia, ossia dalla dimostrazione datavi colla mia de' 15 del passato Ottobre d'un disastro simile accaduto alla città di Pompei, prima, cioè, che avessi esaminato Ercolano, merita una particolare modificazione, la quale nel mentre rende più luminosa la mia nuova opinione, offre da un altra parte ai naturalisti un argomento troppo convincente della poca probabilità, se non della falsità assoluta d'un altro fatto classico della storia; cioè che le due città, Ercolano e Pompei, furono ambedue seppellite e distrutte nello stesso tempo, cioè il dì 24 agosto dell'anno 79 di Gesù Cristo.

Questa modificazione è, che le materie le quali cuoprono Ercolano, non sono tutte volcaniche. Conseguentemente non son venute tutte fuora dal Vesuvio. Oltre a ciò, queste materie non furono in una sola volta strascinate sulla città, ma in epoche differenti; cioè da consecutive e reiterate alluvioni, le quali sotterrarono, a poco a poco, quel luogo, inalzando successivamente il terreno, su di cui giace