Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/61

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che giace sopra Ercolano è il prodotto della stessa cagione. Alcuni han preteso esser il tufo uscito in forma di un volume infiammato da un volcano vicino; ed in conseguenza anche in istato ignito, pervenne il tufo sopra Ercolano. Così gli Accademici Ercolanesi; ma ciò è un errore; 1.° perché in una tale supposizione si dovrebbero ritrovare ne' monti di tufo crateri volcanici, ciò che si oppone all'esperienza; 2.° perché i monti di tufo dovrebbero, in tal caso, avere la figura conica, ciocchè non si verifica affatto, mentre tali monti forman catene di più miglia di lunghezza; 3.° finalmente perché in una tale ipotesi il tufo non sarebbe altro, se non che una specie di lava. Or la lava per effetto della fusione si ravvisa omogenea, vitrea, e compatta, ed il tufo eterogeneo, terroso, e friabile. Altronde il tufo esposto ad un leggiero calore si fonde, e scorre liquido in forma di scoria griggia nera, conforme ho io sperimentato. Val quanto dire, che non si ritroverebbe ora in forma di tufo sopra Ercolano, se avesse provate l'azione del fuoco, e fosse corso infiammato sulla città. Questi stessi raziocinj, poi, bastan a dimostrare, che tutti gli altri monti di tufo non sono stati vomitati dai volcani nelle loro eruzioni, ma fatti per via umida.

quarta specie. Breccia volcanica a cemento argilloso-calcare. In questo cemento, che fa effervescenza coll'accido nitrico, sono incastonati de' pezzi di pomice fibrosa. Chiamo cosi quest'aggregato non per la durezza (propria delle brecce), ma per la grandezza de' pezzi della pomice, che lo distinguono dal tufo comune, e pel cemento che a