Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/60

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ed unisce le parti eterogenee della doppia origine. Or se tutte le genesi di questi tufi sono originate dalle acque, come sono quelle di Posilipo, di Capodimonte, e di S. Martino etc., perché quella che cuopre Ercolano non deve essere prodotta dalla stessa cagione? I geologi nell'udire la stratificazione del masso che cuopre Ercolano, adotteranno subito la mia opinione; ma io mi vedo nella necessità di rammentare qui quel che ho accennato nella prima lettera (pag. 12.) relativamente all'origine de' tufi dall'acqua. Cioè l'incastratura delle materie eterogenee, tra le quali alcune non volcaniche, nel tufo, le fessure quasi orizzontali, dalle quali son divisi i banchi tufacei e la presenza degli strati di lapillo ne' monti di tufo, dimostrano evidentemente esser essi stati una volta nello stato molle, ed in conseguenza formati dalle acque. Aggiugnerò qui, per confermare la stessa cosa, la seguente osservazione. Da per tutto si veggono monti di tufo nelle vicinanze di Napoli, estesissimi ed altissimi. Da per tutto sono stati fatti degli scavamenti, cioè pozzi e grotte nel tufo, ed a varie altezze di detti monti. Or in tutti questi scavamenti, ossia nelle parti le più interne de' monti tufacei, si veggono sempre infiniti, e grossi pezzi di lava, incastrati nel tufo. Per spiegare questo fenomeno non vi è altro mezzo, che o quello delle acque, ovvero di supporre i pezzi di lava lanciati in aria da un volcano, e caduti in quelle montagne. Ma in quest'ultimo caso, come avrebbero potuto penetrare nell'interno delle montagne tufacee? Uopo è, dunque, riconoscere la genesi de' tufi per via umida, ed in conseguenza anche il tufo