Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/95

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strato di lapillo, che cuopre Pompei è formato (come anche tutti gli altri strati delle vicinanze di Napoli) da piccoli pezzi di pomice e di lava, scantonati e rotolati dalle acque, alla rinfusa mischiati insieme. Questa mescolanza, che si verifica su tutta l’estensione dello strato di lapillo, sotto di cui giace Pompei, dimostra che detti pezzi non sono venuti per aria in forma di pioggia volcanica dal Vesuvio; poiché in una tale supposizione quelli di pomice essendo due volte più leggieri de’ pezzi di lava, avrebbero dovuto separarsi da questi nell’atto dell’eruzione del Vesuvio (siccome accade nell’esplosione di un mortajo, caricato con palle di piombo e di pietra), e non si dovrebbero ritrovare ora mischiati alla rinfusa insieme in tutta l’estensione dello strato di lapillo, che cuopre Pompei. Un’alluvione, all’opposto, spiega benissimo il deposito fatto sopra questa città. di questi due generi di ciottoli, tanto diversi tra loro per la gravità specifica.

IV. Perché nello strato di lapillo, che cuopre Pompei, oltre de’ ciottoli indicati, si trovan anche pezzi di pietra calcare bianca e grigia, che non si possono supporre essere stati lanciati dal Vesuvio con quelli di pomice e di lava; poiché il calore che pose in fusione la lava, avrebbe certamente calcinato la pietra calcare, della quale conseguentemente non si dovrebbe ritrovare alcun pezzo adesso nello strato, da cui Pompei- è coperto. Le alluvioni., in» tanto, spiegano benissimo questo fenomeno.

V. Perché la famosa cantina dì Pompei, coperta ancor oggi da usa volta solidissima, fu ritrovata