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secondo cantare 63

41.
Piglian del campo, e al cenno del trombetta
Si vanno incontro colla lancia in resta.
Il Marchese a Florian l’avea diretta
Per chiapparlo nel mezzo della testa;
Ma quei ch’è furbo, a un tempo fa civetta1
E aggiusta lui, dicendo: assaggia questa.
Perchè gli diede sì spietata botta,
Ch’egli andò giù come una pera cotta.
42.
In quanto a sposa, omai questo è ascolto2:
S’ei toccò terra3, ancor la voglia sputi.
Così Florian dicea: nè stette molto
Che il secondo ne viene a spron battuti,
Che mette lui per morto, anzi sepolto;
Ma il giovane, che dà di quei saluti,
Gli mostra, in avviarlo per le poste,
L’error di chi fa i conti senza l’oste.
43.
Comparso il terzo in testa della lizza,
S’affronta seco, e passalo fuor fuora:
Soggiunge il quarto, ed egli te l’infizza;
Sbudella il quinto, e fredda il sesto ancora;
All’altro mondo il settimo indirizza;
L’ottavo e il nono appresso investe e fora:
E così a tutti, con suo vanto e fama,
Cavò di testa il ruzzo della dama.

  1. St. 41 Fa civetta. Abbassa il capo. Vien dal giuoco di civetta che si fa in tre. Uno è nel mezzo con in capo un berretto che gli altri due, ai fianchi, s’ingegnano con botte di fargli saltar di capo. Ma botte non si può dare finchè quel di mezzo, che ha le mani in terra, non le alza per dar mostaccioni a dritta e sinistra. Tutta l’arte per lui consiste nel far civetta mentre e’ dà, e gli è dato lo scappellotto. (Nota transclusa da pagina 126)
  2. St. 42 Ascolto. Lincenziato, spacciato. (Nota transclusa da pagina 126)
  3. S'ei toccò terra ecc. La donna quando è grossa ove le venga alcuna voglìa che non può appagare, si tocca il corpo in parte che suol esser coperta, o tocca terra o altra cosa, per impedire che il bambino nasca con la voglia, o almeno che non nasca con la voglia in viso: e in pari tempo sputa, dicendo, in terra vadia (vada, cioè la voglia). Ognuno ora intenderà il doppio senso. (Nota transclusa da pagina 126)