Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/147

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terzo cantare 103

38.
Perchè s’egli ha camicia o brache o vesta,
Non bada che gli facciano il baccano;
Bensì del tristo avviso afflitto resta,
Onde più d’un poi giuoca di lontano1:
Chi torna indietro a fasciarsi la testa,
E chi si tinge2 con il zafferano;
Chi dice che una doglia gli s’è presa,
Per non avere a ire a far difesa.
39.
Altri, che fugge anch’ei simil burrasca,
Finge l’infermo, e vanne allo spedale:
E benchè sano ei sia com’una lasca,
Col medico s’intende o col speziale;
Perchè all’uno ed all’altro empie la tasca
Acciò gli faccian fede ch’egli ha male:
Ed essi questo e quel scrivon malato:
E chi più dà, lo fan di già spacciato.
40.
Sicchè con queste finte e con quest’arte
Costor, che usan la tazza e non la targa,
Servir volendo a Bacco e non a Marte,
Che non fa3 sangue, ma vuol che si sparga,
D’uno stesso voler la maggior parte
Trovan la via di starsene alla larga;
Ed il restante, non sì astuto e scaltro,
Comparisce, perch’ei non può far altro.

  1. St. 38. Giuoca di lontano. Se ne sta alla larga. (Nota transclusa da pagina 164)
  2. Si tinge. ecc., per fare il viso giallo da ammalato. (Nota transclusa da pagina 164)
  3. St. 40. Non fa. Non si converte in sangue, come il vino (Bacco). (Nota transclusa da pagina 164)