Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/184

Da Wikisource.
140 malmantile racquistato

38.
E così fu; chè in vece d’un bel figlio,
Di suo gusto e di tutt’i terrazzani,
Un rospo fece come un pan di miglio,
Che avrebbe fatto stomacare i cani;
Che poi, cresciuto, fecesi consiglio
Di dargli un po’ di moglie; ma i mezzani
Non trovaron mai donna nè fanciulla,
Che saper ne volesse o sentir nulla.
39.
Se non che i miei maggiori finalmente,
Mio padre che ’l bisogno ne lo scanna,
Con un mio zio ch’andava pezïente1,
E un mio fratello anch’ei povero in canna2,
Sperando tutti e tre d’ungere il dente
E dire: o corpo mio, fatti capanna3,
E riparare ad ogni lor disastro,
Me gli offeriro, e fecesi l’impiastro.
40.
Fu volentier la scritta stabilita;
Io dico sol da lor, che fan pensiero
Di non aver a dimenar le dita4,
Ma ben di diventar lupo cerviero.
E perchè e’ son bugiardi per la vita,
Dimostrano a me poi ’l bianco pel nero;
Dicendomi, che m’hanno fatta sposa
D’un giovanetto, ch’è sì bella cosa.

  1. St. 37 Peziente, ora pezzente. (Nota transclusa da pagina 202)
  2. In canna, cioè Quanto una canna, che è priva e vota d’ogni sostanza, non tanto fuori, che dentro. (Biscioni) (Nota transclusa da pagina 202)
  3. Fàtti capanna. Diventa capacissimo, sì che si possa insaccar sempre. (Nota transclusa da pagina 203)
  4. St. 40. Dimenar le dita ecc. Lavorare, per mangiar come lupi. (Nota transclusa da pagina 203)