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xviii vita di lorenzo lippi

certo piacevole e insieme rispettoso modo suo proprio nel conversare co’ grandi, seppe guadagnarsi a gran segno la grazia di quella principessa, alla quale, cosí volendo ella medesima, la dedicò, colla lettera che ci pose a principio di essa, che comincia: 'Ati figliuolo di Creso. Dimorò il Lippi in quelle parti circa sei mesi, e non diciotto, come altri scrisse; ma essendo in quei medesimi tempi seguita la morte della Principessa, egli ben favorito e ricompensato se ne tornò alla patria: dove non lasciando mai di fare opere bellissime in pittura, seppe dare il suo luogo e ’l suo tempo alla continuazione del suo poema. La prima cagione di questo assunto suo fu quella che ora io sono per dire, per notizia avuta da lui medesimo.

Aveva il Lippi, fino dalla fanciullezza, avuto in dono dalla natura un’allegra, ma però onesta vivacità e bizzarria, con una singolare agilità di corpo, derivata in lui non solo dal non essere soverchia-