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sesto cantare 221

83.
O re, cui splende in mano il gran forcone,
Se il Cappello1 speziale ha quel segreto
Col qual si fa stornare un pedignone,
Io l’ho2 da far, tornare un uomo addreto.
So già, che qualche debito ha Baldone,
E ch’e’ lo vuol3 pagare in sul tappeto4;
Perciò manda Pedino5 là in campagna,
Ch’ei giuocherà di posta di calcagna.
84.
Pluton diede con tutti una risata,
Che feceli stiantar sino il brachìere;
E dissegli: va’ via, bestia incantata,
Com’entra coll’assedio il dare e avere?
Segua l’altro che vien della pancata.
Rizzato Barbariccia da sedere,
Si china, e mentre abbassa giù la chioma,
Alza le groppe e mostra il bel di Roma6.
85.
Poi s’intirizza7, e dice in rauco suono:
Se non si leva dalle squadre il capo,
Quale è Baldone, e non si dà nel buono,
Mai si verrà di tal negozio a capo;
Dove, se manca lui, quanti vi sono
Restati come mosche senza capo,
Appoco appoco, a truppe e alla sfilata
Partendo, in breve disfaran l’armata.

  1. St. 83. Il Cappello. Uno speziale di Firenze che faceva per insegna un cappello. (Nota transclusa da pagina 282)
  2. Io l’ho. Io ho un segreto per ecc. (Nota transclusa da pagina 282)
  3. Lo vuol Intendi: Non vuol pagarlo altro che costrettovi dalla corte. (Nota transclusa da pagina 282)
  4. In sul tappeto. Per via di tribunale. (Nota transclusa da pagina 283)
  5. Pedino. Birro della Mercanzia che faceva le esecuzioni civili. (Nota transclusa da pagina 283)
  6. St. 84. Il bel di roma. Il Culiseo. (Nota transclusa da pagina 283)
  7. St. 85. S’intirizza. Si mette ritto e pettoruto. (Nota transclusa da pagina 283)