62. A casa lo strascina e te lo ficca
’N un sacco e colla corda ve lo serra;
E fatto questo, a un canapo l’appicca
Che vien dal palco giù vicino a terra;
E per pigliar il resto della cricca,
Esce poi fuora; ma nel fatto egli erra,
Chè, quand’ei prese quello, gli altri due
Ad aspettarlo avuto avrian del bue. 63. Ed oggimai si trovano in franchigia;
Sicchè Magorto quivi ne rimane
Un bel minchione, e n’è tanto in valigia,
Che nè manco daria la pace1 a un cane.
Sfogarsi intende e a quella veste bigia
Vuole un po’ meglio scardassar le lane;
Perciò su verso il bosco col pennato2
A tagliar un querciuol va difilato. 64. Brunetto, che l’osserva di nascosto,
Vedutolo partire, entra nell’orto
E corre a casa, di veder disposto
Quel ch’é del vecchio, s’egli è vivo o morto.
Così chiuso in quel sacco il trova posto,
Chè ’l poverin, trovandosi a mal porto,
E trema, e stride, e par che giù pel gozzo
Egli abbia una carrucola da pozzo.
↑St. 63. Non darìa la pace. Non lascerebbe vivere in pace nemmeno un cane. (Nota transclusa da pagina 326)
↑Pennato. Coltellone adunco da potare. (Nota transclusa da pagina 326)