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settimo cantare 269

80.
S’io percossì quel vecchio mariuolo,
Com’ho io fatto, disse, un canicidio?
So ch’io lo presi e lo serrai qua solo,
Chè gnun potea vedermi o dar fastidio;
Non so s’io sono il Grasso Legnaiuolo1
A queste metamorfosi d’Ovidio,
Che sono in ver meravigliose e strane
Poichè un romito mi diventa un cane.
81.
Cane infelice, povero Melampo,
Che netto qua tenei2 quanto si scerne!
Chi più farà la guardia al mio bel campo
Adesso che t’hai chiuse le lanterne?
Io ho una rabbia addosso ch’io avvampo,
Con quel vecchiaccio barba d’Oloferne3
Che al certo fatto m’ha così bel giuoco;
Che dubbio? metterei le man nel fuoco.
82.
Oimè! le mie stoviglie e il vin di Chianti4
Ch’io tolsi in dar la caccia a un vetturale,
A cagion di quel tristo graffiasanti
In un tempo e versato e ito male.
Giuro al ciel ch’io non vo’ ch’ei se ne vanti;
E s’ei non vola, può far capitale
Ch’io voglia ritrovarlo; e s’ei c’incappa
Che mi venga la rabbia s’ei mi scappa.

  1. St. 80. Il Grasso Legniaiuolo fu un Fiorentino tanto semplice, che, gli fu dato a credere, ch’e’ non era più lui. Vedi la Novella così intitolata. (Nota transclusa da pagina 328)
  2. St. 81. Tenei per tenevi. (Nota transclusa da pagina 328)
  3. Barba d’Oloferne è lo stesso che Testa d’impiccato. (Nota transclusa da pagina 328)
  4. St. 82. Chianti. Regione di Toscana che produce vino eccellente. (Nota transclusa da pagina 328)