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xxviii vita di lorenzo lippi

camminare a diporto, il giuoco, e l’allegria della tavola, mediante i suoi acutissimi motti: e con questo faceva passare il tempo della vegghia con tanto gusto, che molti, che sono stati soliti di godere di tale conversazione, ed io non meno di essi, non dubito di affermare di non aver giammai per alcun tempo veduto giorni più belli.

Ma tornando al poema, ne son poi a lungo andare uscite fuori altre moltissime copie di questa bell’opera, tutte piene di errori; laonde il già nominato dottor Paolo Minucci volterrano, soggetto di quella erudizione che è nota, e che ci ha dato saggio di essere uno de’ più leggiadri ingegni del nostro tempo, avendo trovato modo di averla tale quale uscì dalla penna dell’autore, ha poi fatto, che noi l’abbiamo finalmente veduta data alla luce, e dedicata al serenissimo cardinale Francesco Maria di Toscana, coll’aggiunta delle eruditissime Note, che egli vi ha