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330 malmantile racquistato

5.
Sorge l’aurora, e come diligente
Spazza le stelle in cielo e fa pulito;
Poi fassi alla finestra d’orïente,
E vòta l’orinal del suo marito;
Ma perchè il carretton ricco e lucente
Già muove il Sole ed ella l’ha sentito,
Acciocch’ei non la vegga sconcia e sciatta,
Manda giù l’impannata e si rimpiatta.
6.
Quando il vitto comparve ed il rinfresco,
Sicchè chi avea col masticar divieto1
Appoggiò lietamente il corpo al desco
E, come si suol dir, riebbe il peto.
E il general, che tutta notte al fresco
Andò coll’astrolabio innanzi e indreto,
Battendo la dïana2 in sul lunario
Avea fatto di stelle un calendario3.
7.
Lasciato s’era anch’egli rivedere
Tutto quanto aggrezzato4 al pappalecco5,
Dove per aver meglio il suo dovere
Fece in principio un bel murare a secco.
Quand’ei fu pieno, alfin chiese da bere,
E poich’egli ebbe in molle posto il becco,
Figliuoli, disse, omai venuta è l’ora
Ch’e’ si tratta d’averla6 a cavar fuora.

  1. St. 6. Avea divieto. Non poteva, per non v’esser di che. (Nota transclusa da pagina 396)
  2. Batter la diana, la borra, i denti, pel freddo. (Nota transclusa da pagina 396)
  3. Calendario. Qui, Registro. (Nota transclusa da pagina 396)
  4. St. 7. Aggrezzato. Intirizzito. (Nota transclusa da pagina 396)
  5. Pappalecco. Mangiare, ghiottornía. (Nota transclusa da pagina 396)
  6. Averla. La spada. (Nota transclusa da pagina 396)