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348 malmantile racquistato

59.
Ravvia quei legni, ond’egli forse spera
Cessare il duolo, i pianti e le querele;
E perchè per le fasce ivi non era
Comodità di panni nè di tele,
La camicia dappiè fregiata e nera
Da’ venti che portavan via le méle
Squaderna fuora, e tagliane un buon brano;
Così alla donna medica la mano.
60.
Gridò la donna allor come una bestia,
E dopo il dirgli1 manco che messere,
Per levarsi d’attorno tal molestia
Volle co’ calci fargli il suo dovere;
Ma trattenuta poi dalla modestia
Di non mostrar intanto Belvedere,
Getta nel muso al medico da succiole2
L’unguento che le fa veder le lucciole.
61.
Non dimostra la faccia così mesta
Quel ragazzo scolar, quel cavezzuola,
Allorchè molti giorni è stato festa,
E che finita poi quella vignuola3
Il maladetto tempo ecco s’appresta
Ch’e’ s’ha di nuovo a tornar alla scuola;
Nè si guasta belando sì la bocca,
Quand’il maestro col baston lo chiocca;

  1. St. 60. Dirgli grandi ingiurie. (Nota transclusa da pagina 400)
  2. Succiole. Marroni cotti col guscio nell’acqua. (Nota transclusa da pagina 400)
  3. St. 61. Vignola. Vita comoda. (Nota transclusa da pagina 400)