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Nono cantare 349

62.
Quanto cambiato in viso e mal contento
Adesso pare il povero Baldone,
Che ha una stizza ch’ei si rode drento,
Per non aver cervel nè discrizione;
Chè bench’altrui la morte dia spavento,
S’e’ non fosse che e’ c’è condennagione
A chi s’ammazza pena della vita,
Con una fune avrebbela finita.
63.
S’impiccherebbe; ma dall’altro canto
Ei va poi renitente, e circospetto,
Stimando che l’indugio tanto o quanto
Sia sempre ben per ogni buon rispetto.
Fatto al morir un soprattieni intanto,
Vuol ch’ella stessa che è per lui nel letto
Con quella man ch’a lei di sangue ha tinta,
Gli vada in sulle forche a dar la spinta.
64.
Poichè ’l condotto delle pappardelle
S’ha da serrar, dic’egli, ella sia il boia;
Perchè s’ìo levo alle sue man la pelle,
A lei s’aspetta il farmi trar le quoia;
Ch’è ben dover, se membra così belle
Con legno offendo, che in tre legni1 io muoia,
E mentr’io quivi i calci all’aria avvento,
Mostri ch’io sono un ballerino a vento.

  1. St. 64. Tre legni. I tre pali delle forche. (Nota transclusa da pagina 400)