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50 malmantile racquistato

2.
Così durò gran tempo: ma da zezzo,
Vedendo ch'ei non era esaudito,
Essendo omai con gli anni in là un pezzo,
A mangiar cominciò del pan pentito:
E quant'ei far solea posto in disprezzo,
Senza voler più dar del profferito1
Gettatosi all'avaro ed al furfante,
Cambiò la dïadema2 in un turbante.
3.
Di poi tutto diverso e mal disposto
In modo degli Dei facensi beffe,
Che s'egli udia trattarne, avria piuttosto
Voluto sul mostaccio uno sberleffe3.
La moglie un miglio si tenea discosto:
E dov'ei dava ai poveri a bizzeffe4,
Quando picchiavan poi, dalla finestra
Facea lor dare il pan colla balestra5.
4.
La plebe, i grandi ed ogni lor ministro,
Che il duca così buono avean provato,
Mentre fu scudo ad ogni lor sinistro,
Ed in lor pro sarebbesi sparato;
Vedutolo così mutar registro,
E diventare un Turco rinnegato,
Eran talmente d'animo cattivo,
Che l'avrebbon voluto ingoiar vivo.

  1. St. 2 Del Proferito. Nemmen quello che aveva promesso o profferto. (Nota transclusa da pagina 121)
  2. Cambiò la diadema. Di santo si fece turco. Qui la diadema è il nimbo. (Nota transclusa da pagina 121)
  3. St. 3 Sul mostaccio uno sberleffe.Uno sfregio in viso per ignominia. (Nota transclusa da pagina 121)
  4. Bizzeffe. Sull’origine di questa voce l’ingegnosa opinione del Minuccí, quantunque non appoggiata da documenti, merita di esser conosciuta. Quando il magistrato romano concedeva grazia intera, scriveva sotto il memoriale del supplicante, F. F., cioè Fiat, Fíat, e la grazia dicevasi data a bis effe, a bizzeffe (Nota transclusa da pagina 121)
  5. Colla balestra. Li saettava col pane stesso, o con pietre, se accostavansì a prendere il pane. (Nota transclusa da pagina 121)