Pagina:Liriche di Sergio Corazzini, Napoli, Ricciardi, 1935.djvu/108

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A GINO CALZA



Vita tua è vita mia.
Tu lo sai: melanconia
mi tien fermo in sua balìa,
non ti posso consolare.

Tu m’hai detto: «Ov’io mi reco
voglio che tu venga meco».
«Oh, fratello, io sono cieco,
non ti posso seguitare».

«Vieni; è tanto lo sconforto
che nel cuor misero porto!»
«Oh, fratello, io sono morto
per il troppo dolorare!»

Nel mio nido ho un usignolo,
del suo canto mi consolo
quando sono tutto solo
e ho desio di lacrimare.»