Pagina:Liriche di Sergio Corazzini, Napoli, Ricciardi, 1935.djvu/109

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«Oh, fratello, tu sei buono!
Il mio cuore, ecco, ti dono:
è più dolce di un perdono,
è più bianco di un altare.

Foglie morte, foglie morte
su la soglia delle porte
dove il cuore batte forte
e non fa che domandare.

Or la luna se ne è andata
con la sua corte beata
tutta bianca e desolata
a dormirsene nel mare.

È così leggero il mio
cuore, per fatto d’oblio!
Non ti pesi nell’avvio
non ti voglia faticare.

Le tue mani sono monde,
e le sue ferite fonde:
le tue mani sieno sponde
al suo lento sanguinare.

Oh, il mio cuore è un usignolo,
che non canta quando è solo;
disiava un dolce brolo:
or nel tuo si sta a cantare,