Pagina:Lo zuavo.djvu/9

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tutto che i chalcals sono divenuti altrettanti pulcini bagnati. — Certo, la nostra posizione era critica, ed era assai difficile di sbarazzarsi di questi uomini che il vino avea resi furiosi. Fortunatamente apparve un ufficiale superiore all’estremità della contrada della Casbah. Gli aggressori rientrarono precipitosamente dalla Moresca, meno il più ostinato, che pel primo ci avea interpellati.

«Potemmo così continuare il nostro interrotto cammino. Ma quando l’ufficiale disparve, il cacciatore, che ci avea seguitati senza profferire una parola, si piantò davanti al mio amico, e gli disse: — È molto tempo che ho promesso alla mia sciabola il piacere di assaggiare lo zuavo; se non sei un vile, verrai domani mattina col tuo camerata, ed io condurrò un cacciatore. — Bene. Mi chiamo Giuseppe Marty foriere degli Zuavi, e vi prego di condurci al quartiere. — A meraviglia. Luigi Cornault, pur foriere, ma fortunatamente non negli Zuavi: sarò da te alle sei, e vedremo se la tua mano saprà maneggiar un ferro come una penna d’oca, perchè tu devi servirti della penna d’un animale. — Vi prego di finirla con questi scherzi. A domani. — E qui, senza più badare ai sarcasmi di questo energumeno, affrettammo il passo.

«Questa scena m’avea vivamente agitato, e, senza più riflettere, mi prometteva un affare d’onore per il giorno seguente. Io e Marty dormivamo nella stessa camera, e quando, dopo aver risposto all’appello, ci trovammo soli, fui maravigliato dell’aria placida, colla quale il mio amico mi domandò se veramente io pensava di battermi. — Chi me lo impedirà? risposi; non sono io pure stato insultato? — Io, disse con dolcezza. — Pensi tu, risposi subito, che ti lascerò solo affrontare i pericoli, che non abbiamo cercati, e che tu hai voluto evitare per quanto ti è stato possibile? — Non mi batterò mai con un mio