Pagina:Lorenzo Mascheroni - Poesie edite ed inedite, Pavia, 1823.djvu/47

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     La rauca di Triton buccina tace.
     Questo ad un tempo è pesce ed è macigno,
     90Questa è qual più la vuoi chiocciola o selce

Tempo già fu che le profonde valli,
     E ’l nubifero dorso d’Apennino
     Copriano i salsi flutti; pria che il cervo
     La foresta scorresse, e pria che l’uomo
     95Da la gran madre antica alzasse il capo.
     L’ostrica allor sù le pendici alpine
     La marmorea locò famiglia immensa:
     Il nautilo contorto a l’aure amiche
     Apri la vela, equilibrò la conca;
     100D’Africo poscia al minacciar, raccolti
     Gl’inutil remi, e chiuso al nicchio in grembo,
     Deluse il mar: scuola al nocchier futuro.
     Cresceva intanto di sue vote spoglie,
     Avanzi de la morte, il fianco al monte,
     105Quando da lungi preparato, e ascosto
     A mortal sguardo da l’eterne stelle
     Sopravvenne destin; lasciò d’Atlante,
     E di Tauro le spalle, e in minor regno
     Contrasse il mar le sue procelle, e l’ire:
     110Col verde pian l’altrice terra apparve.