Lesbia te ardite penne
Spiegando a nobil volo
Alto poggiò dal sitolo,
E di Pindo alle cime ardue pervenne
Colà fra i sacri boschi
Dei sempre verdi allori
Sciolse i bei modi Toschi,
E delle Ninfe Ascree si aggiunse ai cori.
In l’Eliconio speco
Le sole rime sue ripete or l’eco.
Gl’Itali Cigni eletti
Che d’Ippocrene in riva
All’armonìa giuliva
Della mente sposar gli alti concetti,
Volgon sorpresi il guardo
A Lei che alt’orme imprime,
E posa il piè non tardo
Sulle vietate spaventose cime.
Vincendo l’ardua impresa
Al più maschio valor spesso contesa.
Di Lesbia o dotti amici,
Cui fu dal Ciel concesso
Bearvi a Lei d’appresso,
E udendo i carmi suoi trar dì felici,