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Chiare in quegl’inni di Blandusia l’onde
     Splendono ancor dopo tant’anni, ancora
     Il Lucretile amene ombre diffonde.

Oh come a tanti eletti Cigni allora
     Eco fean lieta i colli e le beate
     Rive cui lambe il biondo Tebro e infiora!

Nè lungo a quelle rive avventurate
     Or men vivace la sua fiamma spira
     De’ carmi il Genio a cent’alme bennate.

Roma, superba Roma, abbatter l’ira
     Te non poteo del tempo, ancor nudrice
     Te dell’arti d’Apollo il mondo ammira.

Vedi qual Figlio oggi additar ti lice,
     Di Mecenate a un tempo, e degli Ascrei
     Cultor più esperti emulator felice.

Palide egli è. Con piena man gli Dei
     Ricchezze in lui versaro e onori e quanti
     Pregi ornar ponno un’alma eccelsi e bei.

Chi di cetre le fila auree sonanti
     Più dotto a ricercar, chi più gradite
     Rime elette a temprar fa che si vanti!