Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/259

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SELVA SECONDA


1

     Dopo tanti sospiri e tanti omei,
Amor, non veggo quel bel viso adorno:
dopo tanti dolori e pianti rei
non fanno, omè, que’ begli occhi ritorno.
O fallace speranza, o pensier miei,
tenuti tanto giá di giorno in giorno!
Quando sará che que’ begli occhi guardi?
Non so: sia quando vuol, ché sará tardi.

2

     Occhi miei belli, o parolette accorte,
piú non vi veggo, lasso! e non vi sento!
O ore or lunghe, e fusti giá sí corte,
nimiche allora ed ora al mio contento!
O mio destino, o maladetta sorte,
abbiate ormai pietá del mio tormento:
rendete que’ begli occhi agli occhi miei,
ché sanza lor piú viver non potrei.

3

     Lasso! io non vivo, e morir non potrei,
lontano, omè! da que’ bei lumi santi:
non vivo, ché la mia vita è con lei;
qui resta il corpo sol, sospiri e pianti:
una cieca speranza i dolor miei
nutrisce, e non permette il fil si schianti.
Amor, a cui per sempre mi son dato,
mi tien mirabilmente in questo stato.