Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/277

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selva seconda 271

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     Sopra i nebulosi omeri li nascono
due pennute ale oltra misura grande.
Vola per li alti lochi, onde poi cascono
quei che credon che lei alto li mande.
Vento e vane ombre questa fèra pascono,
e rade volte gusta altre vivande.
Vola la notte, e sempre fuggir suole,
come aurora la luce del sole.

73

     Il ciel da sé, Pluton da sé l’arretra:
vola per questa mezza regione,
ove il liquido umor adiaccia e impetra
e solve in acqua i nugoli Giunone:
li fabbrica Vulcan la sua faretra;
indi Eolo Austro move ed Aquilone,
fuochi, comete e cadenti vapori,
e la bella Iris di mille colori.

74

     Seguon questa infelice in ogni parte
il Sogno e l’Augurio e la Bugia;
e chiromanti ed ogni fallace arte,
sorte, indovini e falsa profezia,
la vocale e la scritta in sciocche carte,
che dicon, quando è stato, quel che fia;
l’archimia e chi di terra il ciel misura;
e fatta a volontá la coniettura.

75

     Alla cieca ombra delle sue grande ali
il mondo vano alfin tutto ricovera.
Oh cecitá de’ miseri mortali!
oh ignoranzia troppo vana e povera!
E chi potessi contar tutti i mali,
le stelle in cielo e’ pesci in mare annovera,
gli uccelli in autunno che ’l mar passono,
o le foglie che i rami nudi lassono.