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22 ix - la caccia col falcone

4

     Adunque il Cappellaio nanzi cammina:
chiama Tamburo, Pezuolo e Martello,
la Foglia, la Castagna e la Guerrina,
Fagiano, Fagianin, Rocca e Capello,
e Friza e Biondo, Bamboccio e Rossina;
Ghiotto, la Torta, Viola e Pestello,
e Serchio e Fuse e ’l mio Buontempo vecchio,
Zambraco, Buratel, Scaccio e Pennecchio.

5

     Quando hanno i can di campo preso un pezzo,
quattro seguivan con quattro sparvieri:
Guglielmo, che per suo antico vezzo
Sempre quest’arte ha fatto volentieri;
Giovanni Franco, e Dionigi il sezzo,
ché innanzi a lui cavalca il Foglia Amieri;
ma, perché era buon’ora la mattina,
mentre cavalca Dionigi inchina.

6

     Ma la Fortuna, che ha sempre piacere
di far diventar brun quel ch’è piú bianco,
dormendo Dionigi fa cadere
appunto per disgrazia al lato manco;
sí che cadendo addosso allo sparviere,
ruppegli un’alia e macerolli il fianco:
questo gli piacque assai, benché nol dica,
ché gli par esser fuor di gran fatica.

7

     Non cade Dionigi, ma rovina,
e, come debbi creder, toccò fondo;
ché, com’un tratto egli ha preso la china,
presto la truova com’un sasso tondo.
Disse fra sé: — Meglio era stamattina
restar nel letto, come fe’ Gismondo,
scalzo e in camiscia sulle pocce al fresco:
non c’inciampo mai piú, se di quest’esco.