Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/56

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50 x - altercazione

     Laonde falsamente par si dica,
che in questo bene il vero fin consiste,
che dal proprio dolore il ben mendica;
     ma che bisogna aver piú cose viste,100
poiché colui che al vero fin ne mena,
ne dié sentenzia, e tu in quella siste.
     Ottima parte elesse Maddalena,
poi ch’una delle due è necessaria;
quella di Marta è d’inquiete piena.105
     Questa è la veritá che mai non varia:
nessuno al vero suo giudizio appella,
anzi ogni cosa è falsa a lei contraria.
     Come vedete, Marta non è quella
che spegner possa nostra lunga sete,110
ma l’acqua chiesta dalla femminella
     Samaritana; e di quella bevete:
seguiam Maria, che presso al santo piede
non sollecita stassi, ma in quiete.
     Cosí la mente che contempla siede,115
e quando al contemplato ben s’appressa,
altro che contemplar giamai non chiede.
     Allor la sua salute gli è concessa;
or perché alcun certa ignoranza veste,
anco in tre parti poi divisa è essa.120
     La prima è contemplar cose terreste
e naturali, la seconda il cielo,
la terza è quel che sia superceleste.
     Democrito fermossi al primo zelo,
e che natura a caso producesse125
quel ch’è, o fia, e stia sotto tal velo.
     E voleva che quel che ’l mondo avesse,
sanza fare eccezion di cosa alcuna,
la multitudin d’atomi facesse.
     Ma il vero ben non è sotto la luna:130
dunque non è nel contemplar di quelle
cose, che si disfanno a una a una.