Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.2, Laterza, 1914.djvu/68

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62 x - altercazione

     A muover questi due ad operare
bisogna sia ’l sapor ch’è il suo obietto,
che fa il primo al secondo ministrare.
     Il gusto l’animo è, puro e perfetto,100
che si muove a gustar l’obietto degno
per la gustazion, ch’è l’intelletto.
     E poi che giugne a questo primo segno,
gode gustato Dio col disio santo,
e tal gaudio è ’l sapor d’ogni ben pregno.105
     La gustazione appunto è buona quanto
dolce è il sapore: e gusta Dio mirando
l’alma, e ’l disio piacer glielo fa tanto.
     Cosí conchiuderemo, al fine andando,
che ’l nostro vero e sommo bene è quello110
eterno Dio, che tutti andiam cercando:
     semplice, puro, immaculato agnello,
al qual cammina l’alma peregrina,
per riposarsi nel suo santo ostello.
     E la beatitudin sua divina115
è fruir questo ben per voluntate,
ché amor la muove, ond’ella a Dio cammina;
     ove assapora la suavitate
da lei giá tanto disiata e chiesta,
qual non gli posson dar cose create.120
     Amando Dio, convien che Dio l’investa
del santo suo amore, e in sé converta
la mente, e díale gaudio che non resta.
     Amore è quel che amato amor sol merta,
amor ne dá l’eterna nostra pace,125
amor vera salute, intera e certa.
     L’Apostol santo, testimon verace,
con questo amore insino al cielo aggiunse,
vaso di tanta grazia ben capace.
     Amore insino al terzo ciel lo assunse,130
alla stella che al mondo amore infonde,
onde i suoi occhi co’ divin congiunse.