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84 xi - la rappresentazione di san giovanni e paolo

Passato questo tempo e quel periglio,
vedrem poi quel che fia miglior consiglio.

E, giunto a Gallicano:


     Io torno a te con piú letizia indrieto
ch’io non andai: e Costanza consente
esser tua donna. Io son tanto piú lieto,
quanto piú dubbio avevo nella mente.
Pareva vòlta ad un viver quieto,
sanza marito o pratica di gente.
Mirabilmente di quel suo mal monda,
bella consente in te sana e gioconda.
     Direi: facciam le nozze questo giorno
e rallegriam con esse questa terra;
ma se ti par, facciam qualche soggiorno;
ché tu sai ben quanto ci stringe e serra
Dacia rebelle, qual ci cigne intorno;
e non e ben accozzar nozze e guerra:
ma dopo la vittoria, se ti piace,
farem le nozze piú contenti in pace.
     So ben c’hai di Costanza desidèro,
ma piú del tuo onore e del mio Stato,
anzi del tuo, ché tuo è questo impero,
perché la tua virtú l’ha conservato.
Per fede, Gallican, ch’io dica il vero,
Giovanni caro a me, Paulo amato
teco merrai; e sicurtá sien questi:
Artemia, Attica tua, qui meco resti.
     Tu sarai padre a’ dua diletti miei;
Costanza madre alle figliuole tue
e non matrigna; e sia certo che lei
le tratterá siccome fussin sue.
Io spero nell’aiuto degli dèi,
ma molto piú nella tua gran virtúe,
che contro a’ daci arem vittoria presta.
Costanza è tua: allor farem la festa.