Pagina:Luchini - Il problema dei diritti della donna, Sansoni, Firenze, 1877.djvu/56

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42 john bright passa nel campo avverso


invece si disse costretto a confessare, nonostante la reverenza per l’amico estinto, che lo Stuart Mill si era ingannato, e che se egli votò in favore, votò con gran dubbio, e più per simpatia per lo Stuart Mill che per la proposta con cui era allora identificato. Ma se allora aveva dubbii, adesso non ne aveva più; la proposta essendo fondata sopra una proposizione, che al signor Bright pareva insostenibile e contradetta dalla universale esperienza; la proposizione cioè, che fra i due sessi esista ostilità. Con la stessa ragione, esclamava, si potrebbe dire che le leggi che sono fatte dai maggiori di età, sacrificano i minori, e che anche questi dovrebbero avere una rappresentanza in Parlamento!

Riconosceva anch’egli assurdo, e in ogni caso impossibile, fermarsi alle non maritate; cagione di discordie dare il voto alle maritate. Il carattere della donna sarebbe assai peggiorato, egli diceva, portandola nelle lotte politiche e specialmente nelle elettorali; alle quali, egli aggiungeva, molti membri di questa Camera non possono tornare col pensiero senza provare un sentimento di disgusto e anche di umiliazione. Desiderano essi veder mescolate nello eccitamento, nelle turbolenze, ed anco nelle umiliazioni delle lotte elettorali, le mogli, le figlie e le sorelle? Concludeva col dire che la riforma sarebbe riuscita oziosa. Per una inalterabile legge di natura la forza sarà sempre più forte della debolezza, e per assoluta necessità di natura l’uomo più forte finirà sempre col prevalere. Espresse il suo rammarico nel doversi separare dagli antichi amici.1

  1. Fu detto da qualche giornale l'anno scorso, e mi ha anche recentemente assicurato un magistrato inglese, che la ragione più for-