Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/152

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lucifero

515Vario di cor, di lingua e di sembiante,
Corre, brulica, ondeggia il popol denso.
Già s’apre all’aure il vessil tríonfante
Tinto nel sangue e negl’incendj accenso;
E a tal segno di strage e di vendetta
520S’allieta il volgo, e il fatal crollo aspetta.

    Sta superba frattanto e indifferente
La colonna regal, pur come suole,
E del purpureo suo raggio occidente
Tranquillamente la saluta il sole.
525Tranquillo anch’ei sorge il Guerrier possente
Sopra la minacciata inclita mole;
E di ghirlande gloríose onuste
Spandon l’ale tuttor l’aquile auguste.

    S’ode un bisbiglio; ecco, all’assalto muovono
530Gli ardui congegni; al ciel stridono; imbianca
Ogni volto; tentenna in su l’aerea
Reggia il Guerrier, piega da destra a manca;
Piega, balena; con fragor terribile,
Che il cielo assorda, ed ogni cor disfranca,
535Cade, non già, ma su la rea canaglia,
Stanco di più soffrir, scende e si scaglia.

    Trema la turba, e come avesse al dorso
Dell’incalzante eroe l’ira e la spada,
Urla fuggendo, e l’ali impenna al corso,
540E l’uno, avvien, che all’altro inciampi e cada.
Frenate, o prodi, alla paura il mòrso;
Volgi la faccia, o terribil masnada:
O Erostrati, o tribuni, o genti indòme,
Non è un uom, che v’insegue, è solo un nome!

    545L’uom dei fati è colà: disteso, avvolto
Di negra polve, nel deserto piano



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