Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/162

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lucifero

90Dei più piccoli e vaghi astri nel fondo
Dei forzieri di Dio, gl’infilzò a una refe
Adamantino, e al divin seggio intorno
Con sottile d’acciaro ago l’infisse.
Quivi il Nume si asside; il formidabile
95Ciglio tre volte gravemente inchina,
Scote tre volte l’ambrosia canizie,
Serra il valido pugno; e al cenno usato
Svegliasi dalle sante arpe il concento
Dei melodici salmi. Apresi il varco
100Tra’ folti angeli allor la previdente
Brigida, e tutta rigorosa, in vista
Di profetessa, al vecchio Iddio d’innanzi
Piantasi; e il fren già già scoglie al facondo
Favellar, che Gesù destale in core,
105Quando il buon Dio con subita rampogna:
— Brigida, figlia mia, le dice, smetti
Per carità l’antifona noiosa:
La san perfino i paperi: i soldati,
Che legaron Gesù, fûr centocinque;
110Gli sputi, ch’ebbe su la santa faccia,
Novantadue; le prezíose stille
Del sangue, che sul Golgota egli sparse,
Due milíoni; centomila gocce
Di sudor; cinque piaghe, oltre la sesta
115Rivelata al dottor di Chiaravalle...
Ma, per pietà, finiscila una volta
Quest’insulsa scilòma! —
                                Indispettissi
A tal parlar la vergine Maria,
E con umile sguardo e cor severo:
120— Padre, figlio, esclamò, suocero, sposo,
In verità questo parlar non parmi
Degno di voi! Che! non vi par ben fatto,
Che si onori mio figlio?



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