Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/298

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lucifero

Pianto scoppiò, tutti adempiendo insieme
Di stupore i beati e di sgomento
Qual se dal fondo d’uno stagno, impuro
Suscitator di sitibonde febbri,
20Leva un rospo un loquace inno alla luna,
Tutte svegliansi a un tratto, e gli fan coro
Le profetiche rane, onde all’intorno
Di chioccio chiacchierio suonano i campi;
Tale, al pianger del Dio, per l’azzurrine
25Volte del vacillante Èden destossi
Un suon di disperate urla e di pianti.
Piangean le poverette alme digiune
D’ogni gioia di nozze e d’ogni amore,
E tu primo fra loro, o immacolato
30Fior dei Gonzaga. A un altarino innanzi
Tutto adorno di ceri e di ghirlande
Ei traducea l’eterne ore in ginocchio
Mormorando preghiere a un Crocifisso
D’indico dente elefantino. Il novo
35Gemito udito, in piè balzò, le ceree
Mani protese, e l’argentina voce
Spaventato cacciando, a correr diessi
Per gli stellati corridoj del cielo.
Accoccolata a un angolo romito
40La povera Teresa ivi giacea
Stranamente ghignando. In lei si avvenne
Il fuggitivo, e qual fagian, che senta
Dietro di sè del cacciator la pèsta,
Fra l’ovvie macchie il capo aureo nasconde,
45Tutto ai colpi lasciando il corpo esposto,
Tal fra le gonne sbrindellate e conce
Della squallida pazza il mal completo
Garzon cacciò la paurosa testa,
Nè badò per la prima al sesso avverso.
50N’ebbe gioia la diva, e a quella guisa



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