Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/115

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di Tito Lucrezio Lib. VI. 101

     Penetra, onde per molti urti, ed intoppi
     Punto non si ritien; ma striscia, ed oltre
     Vola con ammirabile prestezza.
505In oltre, perchè i pesi han da natura
     Tutti propension di gire al basso;
     E s’avvien, che percossi esternamente
     Sian da forza maggior, tosto s’addoppia
     La prontezza del moto, e viepiù grave
     510Divien l’impeto loro, onde più ratto,
     E con più violenza urti e sbaragli
     Tutto ciò, ch’egl’incontra, e non s’arresti.
     Al fin, ciò che con lungo impeto scende,
     D’uopo è, che sempre agilità maggiore
     515Prenda, che più, e più cresce nel corso;
     E il robusto vigor rende più forti,
     E più fieri i suoi colpi, e più pesanti.
     Poichè fa, che di lui tutti i principj,
     Che gli son dirimpetto, il volo indrizzino
     520Quasi ’n un luogo sol, vibrando insieme
     Tutti quei, che il lor corso ivi han rivolto:
     Forse e dell’aria stessa alcuni corpi
     Seco trae, mentre vien, che crescer ponno
     Con gli urti lor, la sua prontezza al moto;
     525E per cose penètra illese, e molte
     Ne passa intere e salve, oltre volando
     Pei lor liquidi fori; ed anche affatto
     Molte ne spezza, allor, che i semi stessi


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