Le carni, e il cuojo, e in un le accoglie, e stringe.
L’acqua, il ferro, e l’acciar tratto dal foco
Indura, ed al calor le carni, e il cuojo
Indurato ammolisce. Alle barbute 1425Capre sì grato cibo è l’oleastro,
Che quasi asperso di nettareo succo
Par, che stilli d’ambrosia; ove all’incontro,
Nulla è per noi più di tal fronde amaro.
Timido al fin l’Amaracino, e tutti 1430Fugge gli unguenti il setoloso porco;
Perchè spesso è per lui crudo veleno
Quel, che co ’l grato odor sembra, che l’uomo
Talor ricrei; ma pe ’l contrario il fango
A noi spiacevolissimo, a gl’immondi 1435Porci è sì dilettevole, che tutti
Insaziabilmente in lui convolgonsi.
Rimane ancor da dichiararti innanzi,
Che di ciò, ch’io proposi, io ti ragioni:
Che avendo la natura a varie cose 1440Molti pori concesso, egli è pur forza,
Che sian tra di lor diversi, e ch’abbian tutti
La lor propria natura, e le lor vie.
Poichè son gli animai di varj sensi
Dotati, e ciascun d’essi in se riceve 1445Il suo proprio sensibile: che altrove
De’ succhi penetrar vedi ’l sapore,
Altrove il suono, e ancor l’odore altrove.