Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/150

Da Wikisource.
136 di Tito Lucrezio Lib. VI.

     In oltre insinuarsi altre ne’ sassi
     Cose veggiamo, altre nel legno, ed altre
     1450Passar per l’oro, e penetrar l’argento
     Altre, ed altre il cristal; poichè tu miri
     Quinci scorrer la specie, ir quindi ’l caldo,
     E per gl’istessi luoghi un più d’un altro
     Corpo rapidamente il varco aprirsi;
     1455Che certo a ciò la lor natura stessa
     Gli sforza, variando in molti modi
     Le vie, qual poco innanzi io t’ho dimostro
     Per le forme difformi, e per l’interne
     Testure. Or poi che stabilite e ferme
     1460Tai cose, e con buon ordine disposte,
     Quasi certe premesse, a te palesi
     Già sono, o Memmio, apparecchiate e pronte;
     Nel resto agevolmente indi mi lice
     La ragione assegnarti, e la verace
     1465Causa svelarti, onde l’erculea pietra
     Con incognita forza il ferro tragga.
Pria forz’è, che tal pietra in aria esali
     Fuor di se molti corpi, onde un fervore
     Nasca, che tutta l’aria urti, e discacci
     1470Posta tra ’l ferro, e lei. Tosto che vuoto
     Dunque comincia a divenir lo spazio
     Predetto, e molto luogo in mezzo resta,
     D’uopo è, che sdrucciolando i genitali
     Semi del ferro entro a quel vano uniti