Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/216

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202 Lib. III. Fav. XI.

     Supposta a duro esame; da rie morti
     Non fora or sua famiglia in tutto estinta.
          * Tutto ascolti; ma tardi ad altrui creda;
     60Forse reo sarà tal, che tu nol pensi;
     E orditi sono a un innocente inganni;
     Ciò pure ai meno accorti avvertir pote,
     Che non l’altrui opinion li guidi:
     Ambizion troppo a sue voglie inchina.
     65Odio la porti, o amor; a quel tu credi,
     Che conosca tu stesso. Poichè offese
     Alcun mia brevità, lungo è il racconto.



FAVOLA   XI.

L’Eunuco ad un malvagio.

DI due, ch’eran venuti a lite insieme,
     Era l’uno malvagio, e l’altro Eunuco.
     Colui fra i motti acerbi e fra le ingiurie,
     In ciò, di ch’era privo, il punge e morde.
     5E però le fatiche io mal non soffro,
     Rispose quegli; ma tu, stolto, il danno
     D’avversa sorte accusi. È vergognoso
     Alfin ciò a l’uom, ch’il suo fallir gli adduce.