Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/258

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244 Lib. V. Fav. VIII.

     Tolto il sipario, terminati i tuoni,
     25Qual peregrin costume il vuol, parlato
     Avean gli’Iddii; allor che il noto canto
     Al Trombetta s’impone, ed era questo:
     Ti allegra, o Roma: hai salvo il Prence: Voce
     Risuona, che il teatro empie di gioja.
     30Ad onor suo lo reca il buon Trombetta,
     Ed a gli spettator’ fa baciamani.
     L’ordine Equestre il folle error conosce,
     E con gran risa impone, che s’intuoni
     Di nuovo il canto: al suolo il buon Trombetta
     35Si profonde col volto: a lui fan plauso
     Con piacevole festa i Cavalieri:
     Che chiegga la corona il volgo stima;
     Ma poichè la sua sciocchezza ognun comprese,
     Candida benda in van la coscia avvolge,
     40In van bianca ha la veste, e bianco il piede;
     Che presolo pe’ crin’, lo caccian fuori;
     Nè a lui giovaro le onorate insegne,
     Da cui ne va l’Augusta Casa altera.


FAVOLA   VIII.

L’Occasione dipinta.

LIeve il corso, la man di ferro armata,
     Chioma a la fronte, e capo, e corpo ignudo,