Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/40

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26 di Tito Lucrezio Lib. V.

     D’esser commossi, e trasportati in varie
     Parti dell’universo, ed accozzarsi
     665Fra loro in ogni guisa, e di tentare
     Tutto ciò che produr potean congiunti,
     Quindi avvien poi, che dissipati e sparti
     Per lo vano infinito, ed ogni sorte
     Di moto, e d’union provando, al fine
     670Più s’adattano insieme, e non sì tosto
     Adattati si son, che di gran cose
     Divengon semi, ed a produr son atti
     La terra, il mare, gli animali, e il cielo.
Qui nè dell’aureo sol potea mirarsi
     675Il cocchio luminoso errar per l’alto,
     Nè stelle, o mare, o ciel; nè finalmente
     Vedersi aria, nè terra, o cosa alcuna
     Simigliante alle nostre: indi una certa
     Nuova tempesta insorse, ed una massa
     680D’atomi, che svanir fe’ dello spazio
     Le parti, ed a congiungersi i principj
     Simili incominciaro, e ad apparire
     Il mondo, e le sue membra, e le sue parti
     Disgiungere, ordinarle, e d’ogni sorte
     685Di principj arricchirle, i cui concorsi
     Gli spazj, i pesi, le percosse, i moti
     Le vie, gli accozzamenti alta discordia
     Turbava, e vi mescea risse e battaglie
     Per le varie figure, e per le forme