Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/58

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44 di Tito Lucrezio Lib. V.

     Possano; e per qual causa, e da qual forza
     1150Sian rotati i lor globi; ed in qual modo
     Soglian mancar per l’eclissato lume,
     E la terra coprir d’ombre improvvise,
     Allor che quasi i proprj lumi han chiusi;
     E come poi con isvelata faccia
     1155Tornano ad illustrar l’aure tranquille,
     E di candida luce empiano il tutto:
     Or di novo mi volgo al nascimento
     Del mondo, e della terra al molle dorso,
     Ed a ciò, che alla luce aurea del giorno
     1160Nel primiero suo parto ergere osasse,
     E commetter de’ venti al soffio incerto.
Pria le specie dell’erbe, e il verde onore
     La terra germinò: florido il prato
     Di color di smeraldo a i colli intorno
     1165Rifulse, e in tutti i campi: a varie piante
     Quindi concesso fu d’ergersi a gara
     Per l’aere a lente briglie; e come in prima
     Nel corpo de’ quadrupedi animali
     Si creano, e nelle membra degli augelli
     1170Le piume, i velli, il duro pelo, e il molle;
     Tal dalla nuova terra erbe, e virgulti
     Sorsero in prima; e poi create in varie
     Guise fur d’animai specie diverse.
     Posciacchè nè dal ciel cadder, nè fuori
     1175Delle salse lagune usciro in secco