Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/84

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70 Di Tito Lucrezio Lib. V.

     Che il cinger con le reti, e con le grida,
     E co’ bracchi, e co’ veltri, e co’ mastini
     1855Destar le selve. Or che che sia di questo,
     Per qualunque ragion la fiamma edace
     Fin dall’ime radici in suon tremendo
     Divorasse le selve, e il suolo ardesse;
     Dalle fervide vene entro i più cavi
     1860Luoghi del monte un convenevol rio
     Scorrea di puro argento, e di fin oro,
     E di piombo, e di rame, che rappreso
     Poscia al suolo splendea d’un vivo, e chiaro
     Lume, e d’un liscio, e nitido lepore,
     1865Dalla cui dolce vista affascinati
     Gli uomini ’l si prendean: quindi veggendo,
     Ch’egli in se ritenea la forma stessa
     Ch’avean le cave pozze, onde fu tratto,
     Tosto allor s’accorgean, che trasformarsi
     1870Liquefatto dal fuoco in ogni forma
     Potea di cose; e quanto altrui piacesse
     Co ’l batterlo, e limarlo, ed arrotarlo,
     Tirarsi in punte acute, ed in sottili
     Tagli, onde poscia di saette armarsi
     1875Potessero, e tagliar piante silvestri,
     E spianar la materia, e rimondare
     Le travi, e gli altri necessarj arredi
     Per uso delle fabbriche, e pulirli
     Anco, e forarli, e conficcarli insieme.